FATA MUTA: LA FIRMA


Non aveva la forza di fare nulla, guardava le penne muoversi di mano in mano e si rese conto che su quel foglio, con la doppia intestazione in grassetto degli avvocati, c'erano i suoi sogni svaniti, i suoi progetti distrutti il suo amore evaporato, l'accordo della fine di un matrimonio che sanciva un fallimento.
Ripensò alle firme messe pochi anni prima, quelle in abito bianco, tra le lacrime dei genitori e parenti, con gli amici che vestiti di tutto punto sbirciavano, allungando il collo dai banchi della chiesa.
Ricordò le note del violino che accompagnavano quel momento e la sua mano che tremava.
In quel momento invece non c'erano violini, non c'erano fotografi, non c'era fiducia nel futuro.
In quel momento il futuro non era previsto, lo sanciva un accordo ma non lo vedeva il cuore, non lo vedevano gli occhi stanchi e pieni di lacrime nascosti dal trucco della maschera che aveva indossato per restituire dignità ad un dolore.
Morta, ripensò tra sé, sono morta dentro.
Non volle toccare neanche gli assegni lasciati con sdegno sul tavolo dell'avvocato.
Non le interessavano, fu il suo avvocato a prenderli per lei. Non voleva nulla, tutto le pareva inutile, non poteva riavere quel che pensava fosse la sua vita, le fu negata la verità, le fu negato anche la possibilità di spiegare, in quel maledetto foglio di carta, come fosse accaduto che l'affetto coniugale fosse venuto meno.
Scesa che fu dallo studio, mentre l'avvocato le porgeva gli assegni, guardando la firma illeggibile del futuro ex marito pensò, il tempo pare scandito da firme, in ogni momento importante della vita, a sigillo di un passaggio mettiamo una firma; la nascita di tuo figlio, un contratto di lavoro, le dimissioni, un matrimonio, un divorzio, un mutuo, l'acquisto della casa nuova, tutto ha bisogno di una firma.
Immaginò un tempo scandito da firme, inizio e fine, in cui ti viene offerta la possibilità di prenderti in carico la gioia o il dolore, come ti fosse servita su un foglio la responsabilità di quanto hai fatto o ti appresti a fare...ed ognuno lì, pronto a dire sì accetto, anche quando non vorresti, anche quando ingiusto, anche quando, con tutta la tua forza vorresti dire NO.
Ripensò alle firme messe nei suoi trentasei anni, a quante volte aveva detto sì, a quante volte aveva creduto fosse vero, a quante altre poi le cose non erano andate per il verso giusto, in tutti i campi della sua vita.
Prese con sè gli assegni e si avviò verso casa.
Sarà che sbagliamo tutto,  pensò, sarà che noi poveri uomini tentiamo di chiudere l'amore nei contratti, ma l'amore vive, cambia, si trasforma, non puoi fermarlo su  un foglio.
L'amore non puoi vederlo, ti fidi e lo vivi, lo senti e se chi hai di fronte mente, sei fregato!
Ma quello che aveva nel cuore non era una recessione di un contratto, non era un truffatore che aveva tirato la fregatura allo sprovveduto. 
Era la sua vita. Era il suo amore. Era ancora lì ma mancava l'uomo del quale si era perdutamente innamorata. Era tutto finito!
Era sola ora, a farle compagnia, nella sua casa nuova, il suo pelosetto albino e tra le lacrime abbozzò un sorriso al piccolo che le ronzava intorno strusciando la coda sulle gambe. Si chinò e lo accarezzò sulla testa con l'indice, ce la faremo disse sottovoce,  riusciremo ad uscirne, te lo prometto!
Lui si stiracchio e poggiò la zampetta soffice sul viso bagnato, in quell'atto d'amore si sciolse in un pianto per troppo tempo trattenuto.

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