Auguri Fata!

Foto by Marzia Lillo, Marocco 2016


Dovrei provare qualcosa oggi, chissà se esiste una formula per un buon non-anniversario? 
Come un appuntamento mancato, il celebrare un'assenza, una promessa non mantenuta.
Non posso non cogliere l'occasione per riflettere su quanto questi ventisette mesi abbiano stravolto la mia vita. 
27 mesi, come fosse un bambino. 
Come quelle madri a cui chiedi l'età del figlio/a e non ti rispondono un anno e mezzo ma 18 mesi, e tu lì come un'imbecille a fare i calcoli prima di esprimerti sul complimento da fare alla creatura!
Contano 27 mesi se ci hai messo il cuore, contano se hai mollato ogni ormeggio per un viaggio che non avrebbe dovuto avere fine, contano se poi ti accorgi che la rotta era giusta, era proprio la nave ad essere sbagliata!
Mi ritrovo, per la seconda volta, a non festeggiare quella partenza.
Ma quest'anno non ci sto, non mi va!
Quest'anno il 22 giugno lo dedico a me.
Voglio celebrare la donna che sono diventata, la forza che ho trovato e non pensavo di avere, la determinazione con la quale mi impegno ad andare avanti con coraggio.
Sì, oggi è la mia giornata. 
Oggi che mi ritrovo sola, oggi che ho accantonato la possibilità di essere madre, con tutto il dolore che ne è conseguito e che ho dovuto elaborare.
Oggi che, forse, riconosco le bugie un pochino prima e cerco di tutelare il cuore da chi ne farebbe razzia.
Oggi che sono impegnata nel capire come occupare tutti quei vuoti e le ferite che mi hai lasciato.
Ora, la donna nello specchio ride, proprio come in quella foto del 2013, i suoi occhi però sono diversi.
Disillusa continua un cammino difficile, come quando, alla sera torni a casa, sola, in silenzio, rallentando il passo, perchè tanto non ti aspetta nessuno.
Dolcemente sorride, come quando, in ginocchio, ti fai travolgere dalle coccole miciose dei pelosetti che con le code ritte festeggiano il tuo ritorno.
Sfinita si riposa, tra candele accese ed una sigaretta fumante, prima di addormentarti in un letto che di matrimoniale non ha nulla se non l'essere diventato troppo grande.
La fata muta continua ad avere una luce nostalgica negli occhi, ma non si aspetta più nulla da nessuno, non ci sono principi azzurri, gatti neri o avvocati a difenderla; ci sono le sue mani, la sua testa ed il suo cuore...non vuole più ascoltare bugie, non vuole più sforzarsi di capire, non vuole più aspettare che arrivi il suo turno per sentirsi importante per qualcuno, lei lo è a prescindere! 

Auguri Fata!


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