Di cosa sono fatta io, Yashi?


Foto by Marzia Lillo, Marocco 2017
Come chi resta fermo alla ricerca di risposte, la piccola fata guerriera aspettava un cenno.
Il tempo passato le aveva donato la percezione che non era solo battaglia, contro qualcosa, qualcuno, se stessa. Lei era altro, altro che non comprendeva.
Comparve allora Yashi, le prese la mano e le sussurrò col pensiero "poni la tua domanda!"
Gli occhi verdi della piccola creatura, per un attimo, cercarono la terra.
Un attimo eterno. Alzò il mento verso l'alto e con l'espressione persa, iniziò a muovere la testa, leggera, dondolava in un unica domanda, unica, ripetuta, domanda "Di cosa sono fatta io, Yashi?".
In tutto quel tempo sulla collina, la fata aveva pregato per una risposta, in tutto quel tempo, stremata dall'ultima battaglia, continuava a chiedere Luce di verità.
Yashi era il suo spirito guida, energia che si manifestava. Cenni del capo e sguardi erano il risultato della vibrazione che pone domande, che cerca risposte, che trova senso e significato.
"Di cosa sono fatta io, Yashi?" ripetè, mentre inclinò il capo, alla ricerca del suo sguardo, una lacrima di cristallo le scivolò sul volto.
Il sole illuminò quel piccolo frammento, riflessi colorati scendevano dal viso della fata come una minuscola pietra liquida, nel preciso istante in cui quella luce toccò terra tutto si fermò.
Il paesaggio iniziò a mutare, " Aspetta, non ora!" disse, "Non sono ancora pronta!", nei suoi occhi lo sconforto, "Non mi hai ancora risposto, Yashi. Non posso farcela da sola, non sono come le altre creature."
Sentì il fruscio di acqua che cadeva, sentì il sole pungere sulla pelle, sentì profumi nuovi e lo sconforto cedette il passo alla curiosità, dov'era finita ora?

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