Fate mute: la partenza
Photo by Giuseppe Rizzo,Verona |
Quel giorno di fine Ottobre la Fata vagava, come un'anima in pena, per quelle stanze, non sapeva da dove iniziare, da dove iniziare a mettere fine alla messa in scena di cui, inconsapevolmente, fu per molto tempo protagonista.
Non mangiava da giorni, non aveva molta forza, il suo viso scavato era incorniciato da capelli arruffati e crespi. Si intravide nello specchio del bagno e subito girò la testa dall'altra parte, non era pronta per farlo, non voleva vedere quello che era diventata.
Scese le scale reggendosi alla ringhiera in ferro battuto, una lentezza che non le apparteneva, un trascinarsi di anima, un gradino dopo l'altro le permisero, di scendere in profondità.
Si diresse verso lo studio, aveva procurato degli scatoloni ma non aveva trovato, fino ad allora, il coraggio di iniziare. Ad uno ad uno raccolse i suoi libri, come chi prende spilli caduti
in terra con la punta delle dita, con la lentezza di chi sa che ci vuole
meticolosa attenzione per non farsene sfuggire neanche uno.
Iniziò ad
annusarli nuovamente, come chi vuole accertarsi della proprietà di un
capo indossato! Avrebbe potuto raccontare il momento esatto in cui aveva
deciso di acquistare ognuno di loro..Il suo non era un semplice
trasferimento, né una fuga, tanto meno un riposizionamento.
Aveva deciso di riprendere in mano la sua storia e, per un'assurda
alchimia, doveva riattraversare il varco di ognuna delle porte nelle
quali era transitata.
Fu come ripercorrere un dedalo di ricordi e di storie, fino alla partenza, fino all'essenza, fino a se stessa. Chiuso
anche l'ultimo dei testi nel sesto scatolone, aveva chiara solo la
sensazione di sgomento che si apprestava a salire sempre più
intensa.
Sapeva come era arrivata fino lì ma, suo malgrado, non
conosceva ancora come quei passi l'avessero trasformata.
Fu in quel momento che iniziò ad usare carta e penna per riversare tutti i particolari di un nuovo profilo sconosciuto, le parole restituivano senso, aiutavano a scoprire i mille colori di nuove ali ancora raggrinzite.
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